E per primo entra Emanuele e si siede in disparte
I libri di scuola mai aperti, immacolati
E guarda lontano oltre il molo e lo stadio
La strada che io ho preso e lui solo sognato
Sandra distratta, Ben con un inchino
Giorgio al bancone che beve e che dice:
«Esiste un confine, una linea che divide
La vita che funziona da quella che uccide»
Ed ecco Massimo che non avevo ancora notato
Massimo, con cui avrei vomitato
Fatto
Una notte di marzo con Coltrane sul piatto
E Leo a mezzanotte
Travestito da Morte
La falce appoggiata sopra ai cartoni del vino
E poi arrivi tu
E mi tiri per un braccio
E insieme cadiamo
Tra i tavoli affollati, le mani, i discorsi, le birre, i gelati
E io che ti seguo, giù fino a terra
In quest’assurda prova d’amore e di guerra
E vedo Andrea e la schiena di Eva
Il sorriso di Marta, Anthony e Marcella
E vedo Pietro così come sarebbe diventato
Due anni più tardi dopo tutto il casino che c'è stato
E mi rivolgo a Vittoria, la prendo per mano
E le chiedo di parlarmi ancora con la stessa grazia
Lo stesso amore dell’ultima volta
«Dottore, mi sente?
Sono Clementi
La chiamo per dirle che sono ferito
O forse guarito
L’aspetto qui steso per terra
Sotto a un tavolino del Bar Destino»
Ed ecco Massimo, che non avevo ancora notato
Massimo, con cui avrei vomitato
Fatto
Una notte di marzo con Sinatra sul piatto
E Leo a mezzanotte
Travestito da Cristo
La corona di spine che sanguina sulla fronte del suo comico martirio
E poi tu
Che solo ora mi guardi
Coi tuoi occhi stranieri e mi aiuti a rialzarmi
E io mi sento stordito
E quando ti chiedo il motivo
Tu mi dici: «Scusa, non lo sapevo
Solo adesso ho capito»